dopo aver inventato l’automobile si resero conto che il sogno americano non funzionava ancora come avrebbe dovuto. la gente guidava sempre e in continuazione, ma non bastava. il sogno americano andava pur sognato in qualche modo, e per sognare la gente doveva dormire ogni tanto, e quindi si inventarono i motel*.
i motel non sono altro che una serie di stanze che danno su un parcheggio e che puzzano di formaldeide. la formaldeide viene utilizzata nei motel ormai da una ventina d’anni per poter preservare al meglio l’immaginario che costituiscono, per salvare dal tempo che passa quel sogno americano che si ferma a dormire per strada, e che la mattina dopo mangia uova e pane e burro e cocacola e riparte per fermarsi la sera successiva in un motel successivo che puzza di mummia. i motel sono le catacombe del tremila, l’archeologia di quando abiteremo marte e ci ricorderemo con malinconia del campionato di football e della ragazza al ballo della scuola e l’auto nel vialetto di casa e l’estate in cui abbiamo fatto l’amore per la prima volta al drive-in.
i motel saranno la prima e più evidente memoria del nostro passaggio sulla terra, così che tutti sapranno che gli esseri umani si muovevano in continuazione, dormendo in stanze con pistole e valigette piene di soldi contati su copriletti orribili, uccidendo e scopando. e poi la tv via cavo.
perciò si usa la formaldeide, per lungimiranza. uno strato sottilissimo ricopre le federe dei cuscini, gli zerbini, la reception, il frigo, il parcheggio e la statale che arriva alla prima città.
è una città piccolissima, dove si vede ancora di più tuttà l’enormità dell’america. c’è la spiaggia e il college e la california e i parchi e le piscine e i giardini e i grattacieli e le casette e le ford mustang e il ketchup. e tutto è vuoto sul serio, ad aspettare di essere riempito da quelli che verranno a vedere che cosa è successo, che cos’è tutto questo silenzio e questa grandezza, e perchè siamo morti tutti e non si sente nessun altro odore che quello nei motel.
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* - “come si fa a sognare il sogno americano se non si dorme mai?” si chiesero. e passarono un bel pò a cercare una soluzione, non certo facile, a questo paradosso. il sonno certo non poteva essere promosso, il sonno era una cosa tuttalpiù da messicani, giammai da americani che la produzione non si ferma mai e l’ingegno inarrestabile e la conquista dello spazio e della libertà dove è sempre giorno o sempre notte ma di sicuro non c’è tempo di dormire.
e poi uno disse “ecco! si tratta di un sogno ad occhi aperti!” e fu molto convincente. tutti d’accordo per qualche anno finché non venne fuori che i sogni ad occhi aperti sono allucinazioni. belle e buone. e così il sogno americano non ci faceva per niente una bella figura. quindi finì che, sebbene il sonno non poteva essere assolutamente promosso, magari avrebbe potuto essere quantomeno tollerato.
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