oggi sono stato in un posto dove ho dovuto registrarmi all’ingresso. che vuol dire scrivere su un foglio che ti chiami antonio de curtis e la data. poi il foglio viene preso da una signorina dietro una scrivania.
ci butta un occhio distratto e quasi mi fa cenno di passare, quando si accorge di qualcosa di strano sul registro e dice aspetta. c’ha la faccia dubbiosa e pure un pò irritata, come se veramente sapesse chi è antonio de curtis.
- qui c’è qualcosa che non va.
- ma io lo nacqui. modestamente.
- mi riferisco alla data.
- uh?
- oggi non è l’undici settembre.
- no, in effetti non mi sembra.
- per l’amor del cielo, non lo è, vero?
- no no… non ti preoccupare… ho sbagliato io. puoi stare tranquilla e riporre sotto il tavolo le cartoline di gesù pompiere.
oggi è il nove novembre e, per stare a pensare a peppino e alla malafemmina, ho scritto sul registro nove/undici. e nove/undici non è una combinazione come tante. la smorfia dice che nove è la figliolanza e undici sono i topi e io, in qualità di antonio de curtis, non andrei oltre. ma qui se scrivi nove/undici poi devi abbracciare un veterano e dirgli bravo o fissare la bandiera americana per un minuto. senza piangere. oppure piangendo dignitosamente.
io non piango, sono uno di quelli forti che guarda con orgoglio e salsa barbecue. però intanto, mentre fisso questa bandiera americana messa lì in un angolo perchè non si sa mai - magari a qualcuno gli scappa di pensare improvvisamente 9/11 - insomma mentre sono lì che aspetto penso che il nove novembre è l’undici settembre capovolto.
e tutto comincia con la gente che ha sempre meno paura e diminuiscono tutti i film americani sulle catastrofi e si abbassa pure il prezzo del petrolio. prima piano piano, poi di colpo quando le truppe americane tornano indietro e finisce una guerra. e poco dopo che questa guerra è finita tutti i telegiornali del mondo si sintonizzano su manhattan dove dal niente si stanno alzando due torri. così, in mezzo ai palazzi, da sole. e dal qualunquesimo piano di queste due torri decollano un paio di aerei di quelli grossi. sbucano proprio da dentro i palazzi e tutti fanno ohhhh. ma è un ohhhh bello. e insomma questi aerei decollano e atterrano poco dopo all’aeroporto più vicino e tutti i passeggeri scendono e vanno a fare colazione. e mentre si bevono il caffè lungo americano che scotta tantissimo fissano la bandiera americana all’ingresso del ristorante e pensano che palle è soltanto martedì.
2 commenti :
Che posto era? e soprattutto...bel post.
era una chiesa.
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