ho un blog che recentemente ha triplicato i propri lettori e molti di questi lo sanno che io sono qui a mazara da qualche giorno, lo sanno che quando gheddafi ha mandato i ragazzi a provare la barca nuova io ero qui. e quindi forse questi triplici lettori si aspettano qualcosa a riguardo. non volendo io intromettermi in robe di cronaca - non potrei aggiungere niente di nuovo - e non avendo le competenze per esprimere un giudizio sulle nostre amicizie all’estero, mi limiterò a fare quello che faccio di solito. raccontare i cazzi miei.
ieri mattina mi sveglio tardi e vado a cercare nelle stradine di mazara il magazzino del peschereccio mitragliato dove chiedo che fine a fatto il peschereccio che pescava di frodo in libia, citando la prima dichiarazione del nostro ministro degli esteri. il magazziniere che stava riparando una rete per balene non deve aver sentito i comunicati della farnesina ultimamente, perchè non coglie la citazione e mi manda a cagare. allora mi spiego meglio e soprattutto gli dico che gli voglio fare una fotografia e lui si scioglie e sorride. il bello dei magazzinieri che riparano reti per balene è che c’hanno la faccia da ergastolani e i modi da orsi di mare, ma poi quando sentono che gli vuoi fare una fotografia si emozionano e si imbarazzano e si guardano intorno e si comportano esattamente come tutti i sessantacinquenni dalle mani grandi. a parte gli ergastolani forse.
insomma mi conferma che il peschereccio è a porto empedocle, a un’ora e mezza di macchina. e io di conseguenza, non avendo molto di meglio da fare, me e torno a casa e mi guardo la televisione buttato sul letto.
dopo nemmeno un’ora mi sento vagamente annoiato, e forse anche un pò in colpa con me stesso. non è possibile che sto in sicilia, ad un’ora e mezzo da porto empedocle, e non vado a vedere la città del commissario montalbano. ma anche solo per rispetto alla fiction ci devo andare. e quindi vado.
ecco. tutto montalbano è stato girato nella provincia di ragusa. però io intanto non lo sapevo, a porto empedocle ci sono, per di più al porto di porto empedocle, una sorta di porto². quindi vado dritto per una zona ad accesso non consentito, alt, fermati o sparo, te lo giuro, minchia. arrivo ad una sbarra e ad una sorta di checkpoint charlie con un finanziere dentro.
- buongiorno, chiedo scusa, sono un fotografo e mi interesserebbe potere avvicinarmi al peschereccio mitragliato, ha presente? quello che pescava di fro… quello confuso per un barcone - cito maroni - con mille clandestini cattivissimi armati fino ai denti che progettavano di arrivare a marsala, risalire il paese e rifare l’italia. ha presente?
- garibaldi?
- no, ariete.
- ah. sì sta lì. ci sono le autorità.
- ah, capisco. no, senta io capisco che è una situazione delicata e ci sono sicuramente dei controlli da fare, delle indagini, pomodori da lanciare, cose così, e immagino che comunque vogliano stare tranquilli e ci sia l’ordine di non far passare, ma mi chiedevo se mi potesse aprire la sbarra, faccio solo due foto… non do fastidio a nessuno...
- no, io la sbarra non te la posso aprire.
- no, eh?
- no, è automatica. devi avere la scheda. ma se ti metti di lato aspetti il primo camion che passa e ti infili.
- …
- …
- ok, grazie. buona giornata charlie.
- buongiorno.
arrivo finalmente al peschereccio e ci sono i ris sopra. un tipo agitatissimo sulla banchina fa avanti e dietro e si scalda e quasi impazzisce. è un fotografo. deve fotografare tutto. tutto tantissimo. c’è pure una giornalista che fa domande. io mi avvicino e inizio a capire dove mi trovo, sempre cercando di evitare di essere travolto dalle raffiche della canon di quel tipo. cronisti d’assalto. in fondo è un episodio con risvolti scottanti… diplomazie e politiche internazionali… berlusconi che si fa mettere i piedi in testa da gheddafi… gheddafi che i piedi non se li lava mai perchè tanto vive in una tenda… berlusconi che non ne vuole mezza per mettersi una bandana… è una storia complessa…
per farla breve si è ripetuto il cliché di sempre. posso salire e fare qualche foto? assolutamente no. poi se ne vanno i ris e io mi faccio il pranzo a bordo con l’equipaggio.
e mentre ci facevamo "solo due forchettate" di pasta zucchine e pancetta (al pomodoro per i tunisini che non mangiano maiale), spiedini di involtini carne e cipolle, bistecchine di vitello, triglie rosse alla brace, insalata, patate al forno, birra (aranciata per i tunisini), pesche, pasticceria varia e caffè, mi raccontano un pò com’è andata. fermate i motori. li fermiamo sono in presenza di una motovedetta italiana. fermatevi che questi sparano. e sparano. tutti colpi ad altezza d’uomo, come previsto dalle regole di ingaggio in mare sottoscritte dal club bocciofilo tripolino. l’equipaggio tutto in sala macchine a parte il capitano che fa la spola con la plancia per controllare la rotta. e i proiettili gli schizzano da tutte le parti. che fossi stato io il capitano nemmeno c’avrei pensato: si salvi chi può! prima le donne e i bambini! anche solo per la gioia di urlarlo…
e comunque penso pure che, a ragionare nel piccolo, ci vuole proprio sfiga. che per riuscire ad essere la prima cavia dei libici che provano il giocattolo nuovo bisogna essere piuttosto sfortunati. e non è questione di andare o meno a pescare nel golfo della sirte. perchè io andreotti non lo cito.
3 commenti :
Robè, a parte tutto, inizio a non crederci più che in ogni insediamento umano dove metti piede e obiettivo ti danno da mangiare.
A meno che non abbia prima chiamato Tania.
Ciao Tania non ti arrabbiare!
credici. certo non succede sempre. ma appena succede scrivo un post. in fondo sono meridionale pure io... si ragiona per pasti...
il segreto è presentarsi sempre a ora di pranzo, né un minuto prima, né uno dopo... anche questa è un'arte tutta meridionale...
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