il traghetto da napoli a palermo è fondamentalmente un’enorme chiatta da una decina di piani con una quantità imbarazzante di specchi, ottoni, faretti e moquette. soprattutto moquette. una mozzarella costa undici euro e, una volta arrivati alla cassa, la gente fa la coda al contrario per rimetterla dove l’aveva presa. io, visto che mi trovo su un traghetto che fa napoli palermo, me ne fotto, così a prescindere. che tanto me ne fotto fa parte dell’idioma siculo come di quello partenopeo e non faccio mai brutta figura.
la pancia del traghetto si svuota che sono quasi le sette di mattina e pure io esco con la macchina da quella pancia lì e vado dritto, senza navigatore, senza chiedere, vado dritto. e mi fermo quando vedo scritto bar pasticceria rosticceria e forse pure pizzeria. tutto insieme. faccio colazione che c’ho un pò fame e pure un cappuccino. sì, un cornetto alla crema. il ragazzo del bar mi allunga la mia colazione e se il cappuccino era cappuccino il cornetto alla crema, devo essere sincero, aveva qualche problema di abnormità. scusa, è davvero ottimo, e poi molta crema, buonissima sul serio, per carità però dalle mie parti questo è un filone di pane. o almeno noi lo chiamiamo così quando supera il chilo. ma qui a palermo piove grano? in ogni caso ottimo. penso. e intanto sorrido, mi finisco la colazione e faccio per pagare quando l’occhio mi cade su quello che giustifica il posto come rosticceria, ovvero la vetrina delle meraviglie. io onestamente non la so spiegare una meraviglia così, so solo che l’arancione in sicilia non è un colore, è una cosa che si mangia. che poi loro qui li chiamano arancini per abitudine, cultura e pessimo senso delle dimensioni.
- allora io pago un cappuccino, un filone da un chilo con la crema e, faccio la pausa per darmi un tono, e pure un arancino, ma da portare via che in fondo non sono nemmeno le sette e un quarto di mattina.
- come lo vuoi l’arancino?
- da portare via, non si preoccupi ce la faccio, poi ho la macchina qui fuori…
- sì, ho capito, ma come lo vuoi rrrosso o bianco?
- in quello rrrosso c’è la carne immagino. quindi uno bianco… non c’è la carne in quello bianco, vero?
- savvatoore! incartacci n’arancino biancu alu signnore! no no in quello bianco niente carne, stia tranquillo. quello rrrosso c’ha il ragù ma quello bianco è senza carne. c’è solo il prosciutto.
- ah ok perfetto.
sorrido, pago, saluto ed esco e io questo popolo già lo amo.
dopo aver caricato a fatica l’arancino in macchina parto alla volta di mazara del vallo. stavolta il navigatore lo metto, ma continuando ad essere un napoletano in sicilia me ne fotto e non lo seguo. che palermo mi piace e allora vado un pò a caso che ancora non c’è molto traffico e allora giro lì intorno e la signorina ricalcola diverse volte, molte volte, e poi decido di starla a sentire perchè sembra parecchio innervosita e prendo l’autostrada che nonostante si chiami tipo a1000, denunciando un posto in classifica basso rispetto alle quotatissime, è meravigliosa! cioè una cosa che gli svizzeri se la sognano, e non sto scherzando! cioè chi è stato in svizzera ultimamente lo sa. qui è tutto bellissimo ed esci da palermo e da un lato hai il mare e dall’altro dei monti altissimi con le nuvolette e poi c’è il sole e ci sono le palme sparse un pò ovunque e non c’è per niente traffico e mi sembra di giocare ad un gioco di auto di metà anni novanta. asfalto e palme. e mi lascio palermo alle spalle che se la sicilia fosse tutta così sarebbe bellissima. e invece è ancora più bella.
e poi ad un certo punto, proprio mentre mi stavo perdendo in questo esotismo e caldo e nordafrica, con la mattina che inizia a palesarsi per quello che è e la suggestione di essere di nuovo all’estero, mi imbatto nello stemma della repubblica italiana. la stella gigante con un pò di verdura ai lati, la riconosco dai pacchetti di sigarette, è lei, è l’italia. gloriosa italia. stampata in cima ad un obelisco di materiale durissimo e vigoroso. con bandiere tricolore a fregio di entrambi i lati. fiera italia, al bordo dell’autostrada. giusto dopo il guardrail. vicino ad uno svincolo. che puzza.
e penso che evidentemente la sicilia è una colonia italiana e non lo sapevo. e che giustamente lo stato italiano ha deciso di erigere un glorioso monumento a se stesso proprio qui a capaci, alle porte di palermo. come a dire qui si entra a palermo ma c’eravamo prima noi. oh! fate quello che vi pare ma noi la stella ce la mettiamo uguale che bisogna fare vedere. come sui pacchetti di sigarette.
e tutto questo nazionalismo e questo senso dello stato mi prende tantissimo e decido che è arrivato il momento di festeggiarla questa colonia italica. all’italia e al tricolore! allora mi fermo alla prima piazzola (che per la cronaca è larga due ettari, sempre a causa del sistema metrico decimale autoctono). sono le otto meno dieci e fuori ci sono venticinque gradi. apro il cassettino e mi mangio l’arancione. che poi, onestamente, altro che tricolore.
8 commenti :
e stamattina hai fatto colazione con brioche e granita fragola e panna?
stamattina ho fatto colazione con dei gamberetti crudi. ma questa è un'altra storia.
bellissimo...
il monumento era prima dell'uscita di capaci....sulla A29.....magari c'era pure una data del maggio 1992...
dici?
e io rosico... (perché su quel sedile vuoto accanto a te, ovviamente dopo che lo hai liberato dall'arancione, c'era già la forma del mio culo... e invece benevento.)
bellissimo...quando ti ci metti sei proprio bravo!
simo
quei due obelischi sono a ricordo della strage di capaci del 1992 dove morirono falcone, la moglie e la scorta! e sulla sinistra si può addirittura vedere un piccolo casottino da dove brusca ha attivato il tritolo, ma ora c'è una scritta "no mafia" che di nutte è pure illuminata.
ps. non credo che questo sia opera dello stato apparato, ma dello stato società!
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