camel light please. the blue ones. on the right. yes those, thanks.
queste sono le uniche parole che oggi ho detto ad un essere umano in carne e ossa. anzi un essera umana che era femmina e fortunatamente pure un poco impacciata così ho potuto anche dire altre cose oltre al nome delle sigarette, raddoppiando di fatto, o addirittura triplicando, il numero di parole pronunciate. sti giorni va così. vivo da solo in un monolocale, sempre quello, e dovrei passare il mio tempo ad editare questo diavolo di progetto e in effetti è quello che faccio. è finito il tempo di andare in giro tutto il giorno a raccogliere materiale, a chiedere il permesso per fare questo e quest’altro. a farlo comunque, a volte. parlare con la gente e ritrarla. adesso è tutto più statico. edito. poi leggo. poi vedo dei film, ogni sera uno o due, preferibilmente in lingua originale. ascolto la radio e faccio passeggiate. ogni tanto vado a fare la spesa (comunque sempre da studente) e mi rinchiudo di nuovo nel mio monolocale che fuori fa freddo. e mi sento tanto come umberto eco. o come baricco. o come ammaniti. o come un qualunque altro intellettuale scrittore che anche se lo stimi un pò lo sai, te lo senti, che è una persona del cazzo. tanto per essere chiari non ho la minima idea della storia di questi personaggi, e di come questi siano sul serio, ma ho sempre pensato che fare lo scrittore è bellissimo per diverse ragioni, prima tra tutte il fatto che vai in un posto isolato e tranquillo, con poche distrazioni e tanta pace e inizi a dare via al tuo processo creativo. ahhh. essere creativi. ti basta solo che il tuo cervello funzioni. per il resto vivi di piccolezze: puoi dedicarti al riposo, ti prendi i tuoi tempi, ti rilassi, studi un pò, ti leggi i giornali, scrivi appunti sulla moleskine, ti bevi il caffè hag la notte e il nescafè a metà pomeriggio e c’hai la lampada col vetro verde (avrebbe un nome preciso, ma magari la prossima volta). e sono convinto che queste cose siano vere. e pure piacevoli. io sto dedicando molto tempo all’esercizio del pensiero, al riposo e all’attività creativa se così la vogliamo chiamare, ed effettivamente ho subito avuto la sensazione che fosse una bella vita. il giorno dopo volevo morire. capate nel muro. mi sto letteralmente fracassando i coglioni. questo posto lo conosco a memoria e quando tento di farmi un giro scopro che l’unica cosa che cambia è la quantità di acqua che mi prendo, a seconda di quanto sto fuori. per il resto niente di diverso. la gente in strada non può uscire, come da regolamento comunale, e i palazzi, le strade, gli alberi bene o male sono sempre quelli, non si muovono, evidentemente per induzione perchè il regolamento comunale non dice niente in proposito. però un pò di aria fresca serve ogni tanto, perchè sennò proprio mi abbrutisco. oggi, quando sono andato a comprare le sigarette, c’avevo il pigiama sotto i vestiti. poi torno e mi rimetto al lavoro. non c’ho molta voglia. di materia prima ce n’è, ma non sono stimolato. aspetto che mi venga più fretta. e intanto penso che sono molto creativo solo per il fatto che sto sperso in un non-luogo a rompermi le palle con la scusa di lavorare col cervello e allora devo essere per forza molto creativo. come sono creativo. che esco col pigiama sotto i vestiti e non mi taglio la barba non per pigrizia, ma per creatività. mica sono un fancazzista, sono un creativo e non ho tempo di concentrarmi sull’apparire. come sono creativo. sono più creativo io di tutte le persone intorno a me e mi viene anche facile perchè nel monolocale... e mentre penso che sono così creativo da fare schifo, che quando mi soffio il naso i fazzoletti diventano sculture di muco e nel lavello i piatti sporchi sono modelli architettonici per musei, che penso cose molto divertenti e comiche segno di uno spiccato acume, mi chiamano al cellulare e io penso ecco, fantasia finita, adesso sarà tipo quello delle lavatrici che mi deve dire qualcosa sugli orari e che è sicuramente più creativo di me. o sarà un altro uomo qualunque che vorrà dimostrarmi che in un modo o nell’altro dal basso della sua normalità creativa riesce comunque a guardarmi dall’alto, e soprattutto a colori. e poi vedo che è un numero italiano, di firenze, e penso miriam. e invece paolo.
e questo paolo è l’assistente di una delle responsabili del festival della creatività e mi dice che io avevo mandato una preview del lavoro lego per partecipare alla selezione del fringe of festival (una sorta di pre-festival della creatività per nuovi talenti). e io dico sì lo so. e lui dice che in realtà il lavoro è interessante e mi propongono di esporlo al festival vero e proprio nell’ambito del progetto europa, una cosa dove partecipano una novantina di paesi europei, un padiglione di trecento ettari, diecimila visitatori al metroquadro, anno europeo della creatività, pubblicità a valanga, soldi manco l’ombra. e io dico davvero? che strano. però, squillino le trombe, scampanino le campane: mi pagano le stampe. ebbene sì, sono diventato importantissimo. poi gli ho detto che io sto producendo in realtà un video, cioè un montaggio di tutte le foto insieme con la musica e roba così e che tutto questo lo vorrei proiettare. nel senso va benissimo le stampe però magari un proiettore o uno schermo. e lui dice che deve chiedere e poi non si può fare.
la cosa divertente è che non faccio parte della rappresentanza italiana. ma di quella danese. per loro fortuna non potrò essere a firenze in quei giorni (15-18 ottobre per chi volesse andarci) così nessuno si accorgerà che non sono un biondo.
7 commenti :
vedi che sei creativo?
e bravo!!!
toooorna...sta casa 'spiett' a te!!
comunque ieri ti ha chiamato anche qualcun altro al cellulare. ero io che mi emozionavo per il fior(ell)ino. e intanto preparo lavoro di lobbying per rocco...
ps:ele la mostra sarà la volta buona per farti venire a firenze?
evvivaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
comunque io danizzerei il nome, così non c'è pericolo che qualcuno ti consideri un immigrato clandestino!! tipo robert boccacinensen o qualcosa del genere...
qui stiamo già aspettando da un po' che tu ti decida a farti scoprire dal mondo... bravo rob.
come dico sempre è solo questione di ore.
brava brava!!! ma come coi danesi? Noi siamo i campioni del mondo!!! quelli manco si qualificano!!!
Posta un commento