non lo so in effetti che devo scrivere adesso. dall’ultima volta è successo che mi sono spostato a billund. che sono arrivato senza sapere dove andare e ho chiesto in giro. che ho trovato una stanza vicino al centro di billund, un monolocale in una struttura di monolocali. che il finesettimana è stato inutile perchè billund è un posto come me lo aspettavo, la gente non ci vive veramente. ci lavora. vive da un’altra parte e poi viene qui a lavorare e se vive qui io non l’ho vista. e nel finesettimana provavo ad avere un’idea del posto e poi sono arrivato alla conclusione che basta avere l’idea del vuoto. cioè l’assenza di roba. e nel vuoto non si propagano i suoni e infatti billund è un posto estremamente silenzioso. e nel vuoto si propagherebbe la luce, ma evidentemente qui non lo sanno, pensano che funziona come per il suono, e non hanno messo l’illuminazione nelle strade. in effetti ci sono dei lampioncini bassi, ma quando è buio non sono comunque sufficienti. o forse sono più che sufficienti visto che servirebbero a rendere visibile la strada nell’ipotesi che qualcuno ci cammini di notte.
e mi sono fatto, lo scorso finesettimana, un paio di lunghe passeggiate per capire il posto, ed è un bel posto, cioè alla fine è un posto piccolo però più o meno c’è tutto e uno la può tirare su una famiglia e se c’hai voglia ci puoi veder crescere i tuoi figli nelle scuole belle e farli giocare a tennis o fare i corsi di musica nel billund centeret che sarebbe una sorta di casa del popolo ma con la chiesa dove c’è la bibiloteca e internet e un cafè e tanto spazio per fare attività di ogni tipo. e allora uno pensa si vive tranquilli. e io c’ho pensato un pò di più e secondo me è l’opposto: non si vive, tranquilli. con la virgola.
in fondo io mi trovo bene nei posti piccoli, nei paesi. magari non adesso. però mi piacciono, li penso pieni, belli, la gente ci si consuma dentro, nel senso positivo. che poi questo concetto di pieno è molto relativo. cioè a parte il fatto che è impossibile ottenere il pieno assoluto da un punto di vista fisico, credo che lo sia anche dal punto di vista di quello che c’ho in testa. c’è sempre qualcosa che ti spinge fuori. una cosa piccola piccola che ti spinge fuori poco poco. e questo piccolo vuoto nel quasi tutto pieno fa muovere il mondo. nella mia testa. e forse anche nella fisica. qui sembra diverso, ma devo capire di più.
in ogni caso questo è un posto che ci sto proprio bene. il lavoro è più duro del previsto, la gente a volte più difficile di come mi aspettavo, ma sono all’inizio e c’ho da andare avanti un pò. vedo un sacco di gente, ci parlo, scatto abbastanza. le foto non le sto guardando molto. torno a casa, scarico tutto sul computer e poi penso al giorno dopo e intanto scopro che è morto un altro mito italiano, un pilastro dell’intrattenimento moderno, il re del tubo catodico e mi aspetto almeno i funerali di stato e una medaglia al valor civile e un paio di lauree ad honorem postume, e una piazza a milano col suo nome, magari piazza fontana. e mi rendo conto che continuiamo, sempre di più, a meritarci berlusconi.
e mi sono fatto, lo scorso finesettimana, un paio di lunghe passeggiate per capire il posto, ed è un bel posto, cioè alla fine è un posto piccolo però più o meno c’è tutto e uno la può tirare su una famiglia e se c’hai voglia ci puoi veder crescere i tuoi figli nelle scuole belle e farli giocare a tennis o fare i corsi di musica nel billund centeret che sarebbe una sorta di casa del popolo ma con la chiesa dove c’è la bibiloteca e internet e un cafè e tanto spazio per fare attività di ogni tipo. e allora uno pensa si vive tranquilli. e io c’ho pensato un pò di più e secondo me è l’opposto: non si vive, tranquilli. con la virgola.
in fondo io mi trovo bene nei posti piccoli, nei paesi. magari non adesso. però mi piacciono, li penso pieni, belli, la gente ci si consuma dentro, nel senso positivo. che poi questo concetto di pieno è molto relativo. cioè a parte il fatto che è impossibile ottenere il pieno assoluto da un punto di vista fisico, credo che lo sia anche dal punto di vista di quello che c’ho in testa. c’è sempre qualcosa che ti spinge fuori. una cosa piccola piccola che ti spinge fuori poco poco. e questo piccolo vuoto nel quasi tutto pieno fa muovere il mondo. nella mia testa. e forse anche nella fisica. qui sembra diverso, ma devo capire di più.
in ogni caso questo è un posto che ci sto proprio bene. il lavoro è più duro del previsto, la gente a volte più difficile di come mi aspettavo, ma sono all’inizio e c’ho da andare avanti un pò. vedo un sacco di gente, ci parlo, scatto abbastanza. le foto non le sto guardando molto. torno a casa, scarico tutto sul computer e poi penso al giorno dopo e intanto scopro che è morto un altro mito italiano, un pilastro dell’intrattenimento moderno, il re del tubo catodico e mi aspetto almeno i funerali di stato e una medaglia al valor civile e un paio di lauree ad honorem postume, e una piazza a milano col suo nome, magari piazza fontana. e mi rendo conto che continuiamo, sempre di più, a meritarci berlusconi.
2 commenti :
che bello leggere ogni giorno il tuo diario! non si vive, tranquilli. Neanche Kerouac avrebbe osato tanto... Buon proseguimento! :)
quando uno mi dice kerouac non posso che rispondere: mah, kerouac... e questo è quanto direi.
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