le mucche sono vanitose. l’ho scoperto oggi in un posto nella campagna qui attorno. non mi ricordo il nome, credo di avercelo scritto da qualche parte. e in questa campagna c’è una grandissima fattoria che è anche un pò un museo di come era la vita di campagna in danimarca una cinquantina di anni fa. forse sessantina. o forse centocinquanta anni fa che questi sono sempre più avanti.
in questa fattoria una volta all’anno cioè oggi ci fanno una grande festa della campagna e quelli che la organizzano sono del museo di billund (che però sta a grindsted) e mi ci hanno invitato. entrata pagata, colazione pagata, pranzo pagato, caffè e torta pomeridiani pagati, sono pure venuti a prendermi a casa che non c’erano bus per questo posto. insomma sto diventando una celebrità per una piccola parte di un paese di seimila abitanti. diciamo che sono una celebrità per una decina di persone. più o meno come in italia, solo che in tutta la danimarca ci sono meno di sei milioni di persone, quindi percentualmente parlando qui sono più famoso. tra l’altro a metà pomeriggio mi si avvicina una tipa e mi chiede se sono roberto, il fotogiornalista, e io penso che il mio autografo è ancora in fase di collaudo, non sono pronto, maledizione. e lei mi dice che è una del museo di billund (che però sta sempre a grindsted) e così iniziamo a parlare e le descrivo un pò il progetto e lei dice che forse, una volta viste le foto, potrebbe esserci una piccola possibilità di fare una mostra. e io penso che il museo di billund è grande più o meno come la taverna di casa a pontelandolfo. e c’ha la stessa affluenza. e se pure in danimarca mi tocca cacciare i soldi per esporre allora basta, cioè non sono affatto disponibile a discutere, non che se ne sia parlato, ma lo so come vanno a finire queste cose, siamo un museo piccolo, ti diamo gli spazi e la pubblicità, no no è finito quel tempo. e poi dico sì volentieri, sarebbe fantastico.
non capisco bene di cosa si tratti fino a che non ci arrivo. mi aspettavo una mostra di trattori medievali con dieci persone intorno ad un tavolo, e invece c’è un’atmosfera bellissima. la fattoria è bianca con il tetto molto scuro (colore tetto scuro) e dentro è arredata esattamente come dovrebbe essere una fattoria. c’è pure una vecchina che in cucina fa il pane che poi ti mangi col burro. e puoi pure andare nelle stalle e ci sono tanti cortili, falegnami, cani, tutti gli uccelli utili per l’uomo, donne che filano la lana, conigli, bambini non eccessivamente rompicoglioni, e da una parte c’è anche una distesa di mezzi d’epoca e di trattori. la mostra di trattori antichi quindi c’è sul serio, ma sembra più una gara. sono messi uno in fila all’altro come se dovessero partire al via, tutti affacciati su un campo arato un pò alla cazzo. cioè arato un pò si e un pò no, a grossi intervalli, come se ci dovessero piantare dei baobab. poi però collego anche la parte buona del cervello e capisco che ogni trattore ha di fronte il proprio solco, in modo da mostrare i differenti risultati e quindi le capacità di ogni veicolo.
dalla parte opposta al contest dei trattori ci sono tutta una seria di cavalli pronti a sfilare in un recinto per vincere qualche premio. e la maggior parte sono cavalli enormi, ma non quelli enormi che sembrano cavalli giganti, quelli enormi che sembrano buoi. quelli con l’aria da fricchettoni anni settanta, con la chioma lunga e crespa e la pelliccia folta sugli zoccoli. tipo pantaloni a zampa. non ne sono sicuro ma quelli che ci sono qui dovrebbero essere tutti della stessa razza danese. in effetti sono praticamente tutti biondi. ce n’è uno che assomiglia a john lennon e se fosse mio lo chiamerei lennon.
e dopo i cavalli che sfilano, che è una cosa che ci può anche stare, parte la sfilata delle mucche, che per quanto mi riguarda è una cosa un pò ridicola. io non ce la vedo questa grossa differenza con le mucche della buona terra, cioè... sono mucche! però il bello è che il tizio che presenta col microfono sembra tutto emozionato e parla con la voce sempre più alta. e i vari allevatori cominciano il giro precedendo le proprie vacche che però si atteggiano da gazzelle. ancheggiano! e quando a turno una per una si fermano al centro tutte le altre muggiscono ma quella no. e il loro muuu sembra unpò come quegli uhuuu acuti che fanno le femmine alle feste o ai concerti quando vogliono comunicare a tutti i presenti il loro divertimento, la loro eccitazione e il loro apprezzamento per quello che sta succedendo. insomma queste mucche, sarà per l’ancheggiare, sarà per la gente attorno o per le coccarde dei premi passati, sembrano proprio piene di vanità. ma è solo immaginazione. in fondo continuo ad essere convinto che sono mucche normali: ruminano in continuazione, odorano il sedere di chi le precede, si leccano le narici e fanno tonnellate di cacca.
in questa fattoria una volta all’anno cioè oggi ci fanno una grande festa della campagna e quelli che la organizzano sono del museo di billund (che però sta a grindsted) e mi ci hanno invitato. entrata pagata, colazione pagata, pranzo pagato, caffè e torta pomeridiani pagati, sono pure venuti a prendermi a casa che non c’erano bus per questo posto. insomma sto diventando una celebrità per una piccola parte di un paese di seimila abitanti. diciamo che sono una celebrità per una decina di persone. più o meno come in italia, solo che in tutta la danimarca ci sono meno di sei milioni di persone, quindi percentualmente parlando qui sono più famoso. tra l’altro a metà pomeriggio mi si avvicina una tipa e mi chiede se sono roberto, il fotogiornalista, e io penso che il mio autografo è ancora in fase di collaudo, non sono pronto, maledizione. e lei mi dice che è una del museo di billund (che però sta sempre a grindsted) e così iniziamo a parlare e le descrivo un pò il progetto e lei dice che forse, una volta viste le foto, potrebbe esserci una piccola possibilità di fare una mostra. e io penso che il museo di billund è grande più o meno come la taverna di casa a pontelandolfo. e c’ha la stessa affluenza. e se pure in danimarca mi tocca cacciare i soldi per esporre allora basta, cioè non sono affatto disponibile a discutere, non che se ne sia parlato, ma lo so come vanno a finire queste cose, siamo un museo piccolo, ti diamo gli spazi e la pubblicità, no no è finito quel tempo. e poi dico sì volentieri, sarebbe fantastico.
non capisco bene di cosa si tratti fino a che non ci arrivo. mi aspettavo una mostra di trattori medievali con dieci persone intorno ad un tavolo, e invece c’è un’atmosfera bellissima. la fattoria è bianca con il tetto molto scuro (colore tetto scuro) e dentro è arredata esattamente come dovrebbe essere una fattoria. c’è pure una vecchina che in cucina fa il pane che poi ti mangi col burro. e puoi pure andare nelle stalle e ci sono tanti cortili, falegnami, cani, tutti gli uccelli utili per l’uomo, donne che filano la lana, conigli, bambini non eccessivamente rompicoglioni, e da una parte c’è anche una distesa di mezzi d’epoca e di trattori. la mostra di trattori antichi quindi c’è sul serio, ma sembra più una gara. sono messi uno in fila all’altro come se dovessero partire al via, tutti affacciati su un campo arato un pò alla cazzo. cioè arato un pò si e un pò no, a grossi intervalli, come se ci dovessero piantare dei baobab. poi però collego anche la parte buona del cervello e capisco che ogni trattore ha di fronte il proprio solco, in modo da mostrare i differenti risultati e quindi le capacità di ogni veicolo.
dalla parte opposta al contest dei trattori ci sono tutta una seria di cavalli pronti a sfilare in un recinto per vincere qualche premio. e la maggior parte sono cavalli enormi, ma non quelli enormi che sembrano cavalli giganti, quelli enormi che sembrano buoi. quelli con l’aria da fricchettoni anni settanta, con la chioma lunga e crespa e la pelliccia folta sugli zoccoli. tipo pantaloni a zampa. non ne sono sicuro ma quelli che ci sono qui dovrebbero essere tutti della stessa razza danese. in effetti sono praticamente tutti biondi. ce n’è uno che assomiglia a john lennon e se fosse mio lo chiamerei lennon.
e dopo i cavalli che sfilano, che è una cosa che ci può anche stare, parte la sfilata delle mucche, che per quanto mi riguarda è una cosa un pò ridicola. io non ce la vedo questa grossa differenza con le mucche della buona terra, cioè... sono mucche! però il bello è che il tizio che presenta col microfono sembra tutto emozionato e parla con la voce sempre più alta. e i vari allevatori cominciano il giro precedendo le proprie vacche che però si atteggiano da gazzelle. ancheggiano! e quando a turno una per una si fermano al centro tutte le altre muggiscono ma quella no. e il loro muuu sembra unpò come quegli uhuuu acuti che fanno le femmine alle feste o ai concerti quando vogliono comunicare a tutti i presenti il loro divertimento, la loro eccitazione e il loro apprezzamento per quello che sta succedendo. insomma queste mucche, sarà per l’ancheggiare, sarà per la gente attorno o per le coccarde dei premi passati, sembrano proprio piene di vanità. ma è solo immaginazione. in fondo continuo ad essere convinto che sono mucche normali: ruminano in continuazione, odorano il sedere di chi le precede, si leccano le narici e fanno tonnellate di cacca.
3 commenti :
nooo volevo esserci anch'io! soprattutto per pane e burro della vacchina...
"un pò come quegli uhuuu acuti che fanno le femmine alle feste o ai concerti quando vogliono comunicare a tutti i presenti il loro divertimento, la loro eccitazione e il loro apprezzamento per quello che sta succedendo"
...ma che feste e che concerti hai frequentato?
ma che te lo dico a fare...
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