sono le undici meno un quarto e io mi sa che sono sveglio da quattro ore e non ho più niente da fare. domani è ferragosto e quasi mi vorrei fare una passeggiata per firenze che magari mi ricorda roma l’anno scorso. l’anno scorso so stato a roma da solo a ferragosto. e io e roma abbiamo parlato e lei mi ha convinto che poi un giorno ci devo andare a vivere, non per sempre ma per un pò. roma è bella ma è caotica. allora io voglio andare a viverci tutti i ferragosti della mia vita. però comincio nel 2010 che adesso non posso.
secondo me le città non ci vogliono veramente andare in ferie. tanto devono comunque rimanere come sono, nell’attesa che tutto ricominci. e secondo me si annoiano a ferragosto, non si riposano. e io uguale. quello che dovevo fare l’ho fatto ed eccomi qui solo a casa di miriam a chiedermi se sono pronto. diciamo che credo di avere tutto dove dovrebbe essere e la televisione è accesa da quattro ore, cioè da quando sono sceso al piano di sotto che miriam era appena uscita e ho pensato cazzo è prestissimo vabbè magari mi vedo kuroshio sea su you tube. è bellissimo e lo è anche la musica e a momenti sembra tutto finto sembra un videogame invece sono squali belena e mante e due sub e la gente che guarda l’oceano finto. mi emoziono un pò. femminiello.
e sono quattro ore che dietro lo sterno cresce qualcosa di molle che sarebbe quando pensi alla partenza in modo positivo. è quando lo sai che è una cosa bella. che se l’avesse fatta un altro avresti rosicato e invece stavolta ci sei tu. e pensi che lì la luce è clamorosa, il sole è basso praticamente sempre e fa sentire bene le persone anche se poi si suicidano e la cosa molle cresce e si ammolla ancora di più grazie al sole basso. allo stesso tempo la cosa molle è il bene che vuoi a tutte le persone e cresce ogni volta che fai cose così. cose in cui cresci e c’hai più spazio dove mettere le cose e io spesso ci metto il bene per le persone. perciò sono rimasto scemo. e sai che al di là della scuola quando torni sarai uno con un pò di palle in più, giusto poche poche. magari quel che basta per sopperire al fatto che hai cose molli dietro lo sterno. femminiello.
il fatto è che non credo di essere uno che sa veramente come si va in danimarca. cioè io parto allo stesso modo indipendentemente dalla destinazione. lo zaino è lo stesso della bulgaria di aprile (in effetti è uguale da dublino 2002). l’entusiamo è come in germania. la curiosità è tipo l’andalusia. la testa è la stessa dell’america a novembre. la luce sarà un pò quella di edimburgo. la cagazza è nuova. effettivamente. femminiello.
ma di una cosa sicuramente non ho più paura: il volo. lo dico con sincerità, tranquillità e mentre lo dico mi gratto pure perchè il coraggio non c’entra nulla con la sfiga.
la paura di volare sembra se ne sia andata come se ne sta andando piano piano la paura di essere un malato terminale di tutto. l’attesa del decollo non è più così terribile. gli atterraggi sono tornati ad essere roba da poco e le turbolenze sono fastidi passeggeri che al limite possono indurre al bagno. ecco. in quel caso il terrore del volo si traduce immediatamente nel terrore di cagarsi addosso perchè ci si è dimenticati gli spiccioli a casa e non si può pagare il bagno che sugli aerei ryanair si paga a parte. ma stai scherzando? no signore sono due euro. ma io non sto bene. mi dispiace signore ma la porta si apre solo se inserisce il denaro. senta la supplico... se preferisce può usare la carta di credito. un incubo.
per fortuna c’è una soluzione per tutto. c’è per quando fa tanto caldo, per le zanzare in camera la notte, per un trasloco da fare che rimandi fino all’ultimo, per quando cerchi un cinema in puglia e ti ritrovi tra i cinghiali, per la tenda da campeggio non troppo figa, per quando devi correre a roma e hai perso il treno, c’è una soluzione persino per l’amarezza di lasciare un bilocale che in un anno è stato sempre più tuo e te ne accorgi solo quando togli i poster. figuriamoci se non c’è una soluzione per la cacca. femminiello.
e sono quattro ore che dietro lo sterno cresce qualcosa di molle che sarebbe quando pensi alla partenza in modo positivo. è quando lo sai che è una cosa bella. che se l’avesse fatta un altro avresti rosicato e invece stavolta ci sei tu. e pensi che lì la luce è clamorosa, il sole è basso praticamente sempre e fa sentire bene le persone anche se poi si suicidano e la cosa molle cresce e si ammolla ancora di più grazie al sole basso. allo stesso tempo la cosa molle è il bene che vuoi a tutte le persone e cresce ogni volta che fai cose così. cose in cui cresci e c’hai più spazio dove mettere le cose e io spesso ci metto il bene per le persone. perciò sono rimasto scemo. e sai che al di là della scuola quando torni sarai uno con un pò di palle in più, giusto poche poche. magari quel che basta per sopperire al fatto che hai cose molli dietro lo sterno. femminiello.
il fatto è che non credo di essere uno che sa veramente come si va in danimarca. cioè io parto allo stesso modo indipendentemente dalla destinazione. lo zaino è lo stesso della bulgaria di aprile (in effetti è uguale da dublino 2002). l’entusiamo è come in germania. la curiosità è tipo l’andalusia. la testa è la stessa dell’america a novembre. la luce sarà un pò quella di edimburgo. la cagazza è nuova. effettivamente. femminiello.
ma di una cosa sicuramente non ho più paura: il volo. lo dico con sincerità, tranquillità e mentre lo dico mi gratto pure perchè il coraggio non c’entra nulla con la sfiga.
la paura di volare sembra se ne sia andata come se ne sta andando piano piano la paura di essere un malato terminale di tutto. l’attesa del decollo non è più così terribile. gli atterraggi sono tornati ad essere roba da poco e le turbolenze sono fastidi passeggeri che al limite possono indurre al bagno. ecco. in quel caso il terrore del volo si traduce immediatamente nel terrore di cagarsi addosso perchè ci si è dimenticati gli spiccioli a casa e non si può pagare il bagno che sugli aerei ryanair si paga a parte. ma stai scherzando? no signore sono due euro. ma io non sto bene. mi dispiace signore ma la porta si apre solo se inserisce il denaro. senta la supplico... se preferisce può usare la carta di credito. un incubo.
per fortuna c’è una soluzione per tutto. c’è per quando fa tanto caldo, per le zanzare in camera la notte, per un trasloco da fare che rimandi fino all’ultimo, per quando cerchi un cinema in puglia e ti ritrovi tra i cinghiali, per la tenda da campeggio non troppo figa, per quando devi correre a roma e hai perso il treno, c’è una soluzione persino per l’amarezza di lasciare un bilocale che in un anno è stato sempre più tuo e te ne accorgi solo quando togli i poster. figuriamoci se non c’è una soluzione per la cacca. femminiello.
7 commenti :
si vede che avevi tanto da dire...non lo abbandonare questo blog. comunque la puntura di vespa (che si è scoperto che forse è un calabrone) è stata dura senza una vera lamentela femmina. meno male che avevo l'olio essenziale di albero del the da metterci sopra. che pure nonno vladi ha detto che è una bomba. buonviaggio.
buonviaggio bocconcino,
e comunque devi smetterla di commuoverti per l'acquario in giappone, è una cosa brutta, poveri pesci intrappolati in una vasca sovrappopolata...liberate i pesci del giappone!!
good luck...anzi...buona fortuna
tu te ne vuoi sempre andare...
Fai bene. Buen camino Bob
no non credo di abbandonarlo questo blog. non l'ho mai pensato. anzi spero di scriverci tutte le assurdità che mi stanno capitando. in realtà per ogni ora passata qui ci sarebbe qualcosa di incredibilmente divertente da raccontare. but i'm very busy man know, you know?
no doubt about it....sceeeeemo!!
questo post mi sembra abbastanza femminiello da essere un ottimo inizio danese... a presto... magari in mesopotamia!
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