l'unico rumore reale che sente e ignora è la zanzara intorno alla sua faccia. l'ultima zanzara notturna, o la prima diurna, che tanto le zanzare a firenze ci sono sempre. fino a novembre. per il resto dorme e sogna qualcosa perchè gli occhi si muovono sotto le palpebre. la bocca socchiusa e un pò appesantita dall'alito della sera prima. sotto la nuca c'è un cuscino messo storto ma dritto rispetto al letto: dorme in diagonale quasi ad ottimizzare lo spazio, a sfuttarlo al massimo e riposare di più, più intensamente, più forte.
la sera prima nessuno ha abbassato la serranda di quella stanza e dalla finestra entra il sabato mattina tutto intero, ma senza il mal di testa che arriverà solo in posizione verticale.
il letto a due piazze è il centro di qualcosa che deve essere stato terribile e magnifico e adesso soltanto calmo. è il principio di un caos che sfuma quanto più ti allontani dalle lenzuola: subito il piumone e la coperta si accartocciano a terra ricalcando i limiti del materasso. attorno qualche fazzoletto e la maggior parte dei vestiti che però sono sparsi larghi e alcuni arrivano all'armadio come ad esempio una felpa, tesa verso le ante aperte, che senza forze pare svenuta proprio un attimo prima di raggiungere il suo luogo. un paio di scarpe lontane, un orecchino di quelli che pendono, un lettore cd ancora acceso con dentro neon golden dei notwist collegato a due casse da computer, una kefia, un fiore comprato da un mazzo nordafricano e un pacchetto di sigarette quasi finito. tutto sul pavimento in ogni direzione. più sono lontani dal letto più sono isolati. il fiore è vicino alla porta, aperta solo un pò ma abbastanza per ascoltare la cucina in silenzio. a parte il frigorifero che fa il rumore di frigorifero vecchio. la tv è spenta ma con la lucetta accesa. le calamite tutte attaccate sulla cappa a reggere le spese comuni, una cartolina di londra e un biglietto appena scritto.
sul tavolo di legno è caduta la cera di una candela, sollevata per accendere una sigaretta. e in effetti sul tavolo c'è pure della cenere. dimostrazione che di uno stesso fuoco si può bruciare in maniere diverse.
in camera da letto la prima zanzara diurna, o l'ultima notturna, smette di ronzare pungendo la pelle del polso. soltanto due stanze più in là la porta di ingresso si chiude troppo velocemente alle spalle di una ragazza con un solo orecchino che esce con gli occhi socchiusi dal sole, dal sonno e dal senso di colpa.
ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale. ma veramente.
il letto a due piazze è il centro di qualcosa che deve essere stato terribile e magnifico e adesso soltanto calmo. è il principio di un caos che sfuma quanto più ti allontani dalle lenzuola: subito il piumone e la coperta si accartocciano a terra ricalcando i limiti del materasso. attorno qualche fazzoletto e la maggior parte dei vestiti che però sono sparsi larghi e alcuni arrivano all'armadio come ad esempio una felpa, tesa verso le ante aperte, che senza forze pare svenuta proprio un attimo prima di raggiungere il suo luogo. un paio di scarpe lontane, un orecchino di quelli che pendono, un lettore cd ancora acceso con dentro neon golden dei notwist collegato a due casse da computer, una kefia, un fiore comprato da un mazzo nordafricano e un pacchetto di sigarette quasi finito. tutto sul pavimento in ogni direzione. più sono lontani dal letto più sono isolati. il fiore è vicino alla porta, aperta solo un pò ma abbastanza per ascoltare la cucina in silenzio. a parte il frigorifero che fa il rumore di frigorifero vecchio. la tv è spenta ma con la lucetta accesa. le calamite tutte attaccate sulla cappa a reggere le spese comuni, una cartolina di londra e un biglietto appena scritto.
sul tavolo di legno è caduta la cera di una candela, sollevata per accendere una sigaretta. e in effetti sul tavolo c'è pure della cenere. dimostrazione che di uno stesso fuoco si può bruciare in maniere diverse.
in camera da letto la prima zanzara diurna, o l'ultima notturna, smette di ronzare pungendo la pelle del polso. soltanto due stanze più in là la porta di ingresso si chiude troppo velocemente alle spalle di una ragazza con un solo orecchino che esce con gli occhi socchiusi dal sole, dal sonno e dal senso di colpa.
ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale. ma veramente.
3 commenti :
ma non è proprio bravo sto robertino?
bob è sempre il meglio!!!
però la tv la dovreste spegnere e salvare il pianeta!!!
che schifo... è romantico un pochino oltre la nausea questo qui... lo perdono perché mi piace la foto e perché scrive decentemente.
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