dove sono nato io il cibo ha un valore che va oltre il mangiare bene, il saper cucinare, gli ingredienti giusti, il mangia che devi crescere, questo l'ha fatto la zia, senti che buono. dove sono nato io il cibo è uno strumento per dimostrare il proprio amore. offrire del cibo ad una persona, nutrirla bene, equivale alla più grande dimostrazione di affetto e di cura. per questo le mamme, le zie, le nonne sono geneticamente indotte a preparare e a servire cibo ai propri figli o nipoti indipendentemente dal loro appetito. allo stesso modo, rifiutare è indice di indifferenza verso il genealogico amore e, spesso, causa di offesa.
dove sono nato io il cibo è dunque al centro dei rapporti familiari e, per questo, argomento di innumerevoli dibattiti, festival e teorie. una delle più interessanti è, a mio avviso, quella che circonda e descrive l'intramandabile ricetta del pane e pomodoro.
ogni bambino sa perfettamente che il nettare ciucciato dalle tette della mamma è di ineguagliabile bontà. allo stesso modo, lo stesso bambino, non potrà mai confondere l'inarrivabile sapore del pane e pomodoro preparato da sua nonna. preferibilmente materna.
non ce n'è. non esiste da nessuna altra parte al mondo qualcosa di simile. la ricetta non c'entra, non esiste la ricetta perfetta, nè per il bambino nè per la nonna, nè per chiunque altro. la ricetta è il rapporto che c'è in mezzo, la parentela, la merenda appena tornato, i calli sulle mani che permettono solo alla giusta quantità di sale di scendere, i pomodori spremuti bene e lasciati a morire sul pane bagnato sotto il rubinetto della cucina, l'olio del nonno e l'origano. l'origano. che io quando è morta mia nonna c'ho messo settimane per capire che ci voleva anche l'origano e quando lo mangi da bambino nemmeno ci pensi.
la cosa incredibile è che tua madre può essere la miglior cuoca del mondo, cuoca di professione, fare un eccellente pane e pomodoro, pure con l'origano, ma l'unico per te possibile sarà soltanto quello della generazione precedente. e questa regola è valida per chiunque: quindi anche per i miei figli, che non assaggeranno niente di meglio del pane e pomodoro di mia madre. cioè quello che io ho bistrattato tanto per tutta la vita.
ci sono cose alle quali una mamma semplice non può arrivare. nonostante tutto l'amore (che poi è cibo che poi è di nuovo amore). ci vuole una mamma doppia.
non c'è modo di evitare questo fenomeno. gli scienziati, dove sono nato io, cercano una soluzione, ma senza risultato. il fenomeno è degenerativo, la qualità assoluta del pane e pomodoro descresce di generazione in generazione. ma nessuno sembra accorgersene.
(abbiamo voglia di vincere cose per la casa nuova partecipando a fighissimi concorsi online)
dove sono nato io il cibo è dunque al centro dei rapporti familiari e, per questo, argomento di innumerevoli dibattiti, festival e teorie. una delle più interessanti è, a mio avviso, quella che circonda e descrive l'intramandabile ricetta del pane e pomodoro.
ogni bambino sa perfettamente che il nettare ciucciato dalle tette della mamma è di ineguagliabile bontà. allo stesso modo, lo stesso bambino, non potrà mai confondere l'inarrivabile sapore del pane e pomodoro preparato da sua nonna. preferibilmente materna.
non ce n'è. non esiste da nessuna altra parte al mondo qualcosa di simile. la ricetta non c'entra, non esiste la ricetta perfetta, nè per il bambino nè per la nonna, nè per chiunque altro. la ricetta è il rapporto che c'è in mezzo, la parentela, la merenda appena tornato, i calli sulle mani che permettono solo alla giusta quantità di sale di scendere, i pomodori spremuti bene e lasciati a morire sul pane bagnato sotto il rubinetto della cucina, l'olio del nonno e l'origano. l'origano. che io quando è morta mia nonna c'ho messo settimane per capire che ci voleva anche l'origano e quando lo mangi da bambino nemmeno ci pensi.
la cosa incredibile è che tua madre può essere la miglior cuoca del mondo, cuoca di professione, fare un eccellente pane e pomodoro, pure con l'origano, ma l'unico per te possibile sarà soltanto quello della generazione precedente. e questa regola è valida per chiunque: quindi anche per i miei figli, che non assaggeranno niente di meglio del pane e pomodoro di mia madre. cioè quello che io ho bistrattato tanto per tutta la vita.
ci sono cose alle quali una mamma semplice non può arrivare. nonostante tutto l'amore (che poi è cibo che poi è di nuovo amore). ci vuole una mamma doppia.
non c'è modo di evitare questo fenomeno. gli scienziati, dove sono nato io, cercano una soluzione, ma senza risultato. il fenomeno è degenerativo, la qualità assoluta del pane e pomodoro descresce di generazione in generazione. ma nessuno sembra accorgersene.
(abbiamo voglia di vincere cose per la casa nuova partecipando a fighissimi concorsi online)
5 commenti :
cacchio sullo schermo di blogspot la qualità della foto è addirittura peggiore che nello schermo del computer. orribilissss. vabbè, io do la colpa alla compatta e al buio!
un minuto dopo aver letto questo post: - mamma, devo dirti una cosa.-, - che vuoi? -,- mi è venuta voglia del pane e pomodoro della nonna!-, - eh, te futti. nun tinimo né 'o pane, né ' pimmirola bbona e mmanco 'a nonna chiù! -.
sto scrivendo con una mano sola... con l'altra mangio una mela... il mio DNA non me lo perdonerà mai!
Tua nonna sarebbe felice di questo ricordo ed anche io lo sono.Dunque le radici nel posto "dove sei nato tu" sono ancora ben salde e danno forza al tuo andare.Ne sono lieta.
Tania
condivido pienamente...non c'è niente di meglio del pane e pomodoro della nonna!!però non tutte le nonne, solo la tua, cioè nel mio caso la mia e nel tuo caso la tua...oddio così diventa complicato da capire!!
vabbè quello che volevo dire io è che il pane e pomodoro c'ha il sapore delle mani di nonna, così come la spremuta d'arancio che lo accompagna!!
p.s: a me la foto piace molto, mi complimento!
Vabbuò..... Robbè...... famm' pensà, sulo pe nu mument', ca nunn'è semp' accussì.... ciàdda pur' stà quacc'eccezzione...... nun'a'pozz' suppurtà l'idea ca nun m'aggio mai magnat' na "vera" fell'e'pane ca pummarola......
Le mie due nonne se ne sono andate molto tempo prima che io entrassi nel progetto di questo mondo. Eppure il profumo dei miei ricordi riesce ancora a farmi arrivare il gusto "prezioso" del pane e pomodoro.....
"Rafilò, vien'accà bell'e'zia, agg'accattat' u ppan' frisc e dduie pummarulell' cu u pizz'......"
La ricetta non c'entra....... tieni raggione Robbè!
La tua "mamma doppia" mi ha fatto nascere, laggiù, nella sua casa abbasc'e'ppalazzine......... sarà per questo che il suo pane e pomodoro mi piaceva così tanto....
Grazie Roberto per questo bel ricordo
E grazie a Miriam per avermi fatto venire l'acquolina in bocca (quando scoprirò il motivo per cui in Toscana non mettono il sale nel pane sarò un uomo felice!)
Ciao
Raffaele
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