è incredibile come mattia e chiunque altro si possa ricordare la strada per napoli, quella interna, quella senza indicazioni, quella che passa tra le case e i campi e la monnezza (poca). però se la ricorda tutta e alla fine a napoli ci arriviamo, anche abbastanza presto nonostante l’ora di punta, e parcheggiamo da qualche parte vicino la cumana a fuorigrotta. mi sa che è la prima volta che sono coscientemente a fuorigrotta – non è vero ma non mi ricordo – e tutto è diverso da come me lo potevo aspettare. credevo che mi sarei trovato davanti avanti ad una distesa di cemento, un quartiere per lo più residenziale, palazzoni e ampi spazi vuoti, lo stadio gigante e cupo, un quartiere costruito per la facoltà di ingegneria, nel senso che ci metti solo lo stretto necessario che serve agli ingegneri per vivere (quindi molto poco), un posto schivo e silenzioso. Invece mi sbagliavo. non è schivo e silenzioso. dopotutto sempre di Napoli stiamo parlando e c’è casino pure a fuorigrotta.
quello in cui entriamo è un edificio colorato e moderno, ingegneria contemporanea, e ci dirigiamo a casaccio da una parte all’altra della struttura per capire che siamo andati a fare. continuo a non capirlo e mi metto a fare delle foto. poi mattia vede un tizio (da questo momento professore 1) e agitandosi dice che dobbiamo andare. andiamo in un aula piena di persone che devono fare un esame e mattia chiede di poter vedere la correzione del suo ultimo esame, fatto qualche giorno prima, per il quale non ha raggiunto i risultati sperati (mantenendo perciò la media). professore 1 è vicino la cattedra e tira fuori una cartellina nella quale inizia a cercare la verità. contemporaneamente, seduto tra i banchi, c’è un altro tizio più anziano (da questo momento professore 2) che sta interrogando un ragazzo. ha l’aria di essere lui quello che comanda e soprattutto ha l’aria da andreotti. quando professore 1 tira fuori il compito di mattia qualcosa scatta in professore 2 che inizia completamente ad ignorare l’esaminato prestando sempre maggiore attenzione alla vicenda davanti a lui.
professore 1 parla a mattia del compito ma io non sento niente. ad un certo punto per essere più chiaro si gira verso la lavagna e disegna col gesso qualcosa tipo kandisky e mattia annuisce. a quel punto professore 2 non ce la fa più a farsi i cazzi suoi e interviene dicendo qualcosa di cattivo che non riesco a sentire ma che poi si scopre essere una considerazione su un esame precedente, che visto il grossolano errore del compito, non avrebbe mai dovuto passare. non si è capito niente. o forse sì, ma comunque faccio un esempio. durante l’esame di pasta alla carbonara commetto un errore di base utilizzando l’aglio al posto dell’abbondante cipolla. il docente chef si informa allora di come sia andato l’esame di battuti e soffritti meravigliandosi di come io l’abbia potuto passare.
alla fine professore 2 torna a farsi gli affari suoi, mattia si prende il compito tranquillo e usciamo dall’aula. mentre raggiungiamo la macchina do un’occhiata a quel foglio dove dovrebbe esserci qualcosa sui campi elettromagnetici e invece sembra davvero un saggio di arte contemporanea. nella parte alta del foglio un dipinto astratto e allo stesso tempo figurativo e in basso la sua analisi. e comunque, secondo me, il compito stava fatto bene.
dopo un paio di giri ci imbattiamo in pozzuoli che è esattamente come mi immagino cuba. in verità non proprio esattamente, ma qualcosa del genere.
torniamo a casa e anche sulla via del ritorno mi sorprendo di come mattia e chiunque altro si possa ricordare la strada per napoli, quella interna, quella senza indicazioni, quella che passa tra le case e i campi e la monnezza (poca). addirittura anche al contrario. e infatti ci perdiamo. all’una sotto il sole lungo una strada piena di puttane.
quello in cui entriamo è un edificio colorato e moderno, ingegneria contemporanea, e ci dirigiamo a casaccio da una parte all’altra della struttura per capire che siamo andati a fare. continuo a non capirlo e mi metto a fare delle foto. poi mattia vede un tizio (da questo momento professore 1) e agitandosi dice che dobbiamo andare. andiamo in un aula piena di persone che devono fare un esame e mattia chiede di poter vedere la correzione del suo ultimo esame, fatto qualche giorno prima, per il quale non ha raggiunto i risultati sperati (mantenendo perciò la media). professore 1 è vicino la cattedra e tira fuori una cartellina nella quale inizia a cercare la verità. contemporaneamente, seduto tra i banchi, c’è un altro tizio più anziano (da questo momento professore 2) che sta interrogando un ragazzo. ha l’aria di essere lui quello che comanda e soprattutto ha l’aria da andreotti. quando professore 1 tira fuori il compito di mattia qualcosa scatta in professore 2 che inizia completamente ad ignorare l’esaminato prestando sempre maggiore attenzione alla vicenda davanti a lui.
professore 1 parla a mattia del compito ma io non sento niente. ad un certo punto per essere più chiaro si gira verso la lavagna e disegna col gesso qualcosa tipo kandisky e mattia annuisce. a quel punto professore 2 non ce la fa più a farsi i cazzi suoi e interviene dicendo qualcosa di cattivo che non riesco a sentire ma che poi si scopre essere una considerazione su un esame precedente, che visto il grossolano errore del compito, non avrebbe mai dovuto passare. non si è capito niente. o forse sì, ma comunque faccio un esempio. durante l’esame di pasta alla carbonara commetto un errore di base utilizzando l’aglio al posto dell’abbondante cipolla. il docente chef si informa allora di come sia andato l’esame di battuti e soffritti meravigliandosi di come io l’abbia potuto passare.
alla fine professore 2 torna a farsi gli affari suoi, mattia si prende il compito tranquillo e usciamo dall’aula. mentre raggiungiamo la macchina do un’occhiata a quel foglio dove dovrebbe esserci qualcosa sui campi elettromagnetici e invece sembra davvero un saggio di arte contemporanea. nella parte alta del foglio un dipinto astratto e allo stesso tempo figurativo e in basso la sua analisi. e comunque, secondo me, il compito stava fatto bene.
dopo un paio di giri ci imbattiamo in pozzuoli che è esattamente come mi immagino cuba. in verità non proprio esattamente, ma qualcosa del genere.
torniamo a casa e anche sulla via del ritorno mi sorprendo di come mattia e chiunque altro si possa ricordare la strada per napoli, quella interna, quella senza indicazioni, quella che passa tra le case e i campi e la monnezza (poca). addirittura anche al contrario. e infatti ci perdiamo. all’una sotto il sole lungo una strada piena di puttane.
9 commenti :
in realtà quell'edificio si trova ad agnano e quella era la fermata di agnano, a fuorigrotta ci siamo andati dopo...e professore 2 non comanda niente,secondo me non sa nemmeno che anno è.
che carini gli amichetti (gay) all'avventura!!
robbè cambia lavoro e datti alla scrittologia. "il compito stava fatto bene" è troppo bello. e comunque mattì....fujetenn' (l'ho scritto bene???)
oddio, mi sono resa conto solo ora di quanto può essere frainteso ciò che hoscritto nella prima riga del commento di sopra. non intendo che devi cambiare lavoro davvero, intendo che devi coltivare di più la tua abilità scrittoria e magari pensare ad un volume simil venerandesco. in che pasticcio mi sono cacciata,.....!
ehehe... non avevo frainteso ma figurati se mi metto a scrivere un libro. sto spendendo tutto sto tempo ed energie per pubblicare un libro davvero mio, di foto, adesso arriva venerandi col suo scrivere bello e semplice e mi influenza e voglio fare un libro di parole... ma va! prima di lui sono passati berengo, erwitt, zizola, pellegrin e qualcun'altro. facesse la fila... (con tutto il rispetto)
comunque fa quello che ti pare ma non ti mettere a fare il cuoco, perché nella carbonara non ci va né l'aglio né tanto meno la cipolla!!!
hasta cuba siempre
si vabbè. non sono convinto che da qualche parte è scritto che non ci va la cipolla. molto probabilmente da nessuna parte è scritto che ci va...
ah, la creatività!
la cipolla nella carbonara se ben soffritta fa paura!
Appoggio inaspettatamente [:-)] la mozione Antonio e dico si alla cipolla nella carbonara!
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