ho deciso che una volta ogni dieci farò un post in cui analizzerò il mondo che mi circonda dal punto di vista dell'arte, dei costumi e delle tradizioni culinarie del mio popolo. ma non è questo il caso. stavolta voglio riportare quello che ha scritto qualcuno sulla Süddeutsche Zeitung (si vede che sono troppo cosmopolita?).
"il comunismo italiano è morto. alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile sono scomparsi da entrambi rami del parlamento gli ultimi eredi di uno dei più grandi partiti comunisti. dal punto di vista politico non c'è niente di cui rammaricarsi. rifondazione comunista, per esempio, era diventata da tempo un gruppetto litigioso che cercava di assicurasi la sua sfera d'influenza nel sistema politico usando l'arma del ricatto. ma in italia il comunismo non era solo politica, rappresentava un'intera cultura. basti pensare alle feste dell'unità, dove scrittori, attori e registi partecipavano ai dibattiti sui temi più scottanti. quasi tutto quello che è stato prodotto dalla cultura italiana nel dopoguerra proveniva dalla cultura comunista: il neorealismo nel cinema e nella letteratura (e in fotografia, aggiungerei io...) come le tragedie in bianco e nero di vittorio de sica e roberto rossellini, l'arte narrativa di cesare pavese, il lirismo francescano (?) di pierpaolo pasolini. tutto questo non ci sarebbe stato senza l'ideologia comunista, che fu altrettanto efficace nel campo scientifico, in cui dominava la cultira cattolica.
è finita un epoca. non ci sono più la spinta idealistica che ha caratterizzato l'italia fin dal risorgimento nè la convinzione di poter cambiare le cose con la politica. disincanto e cinismo sono i valori che dominano di fronte alle montagne di rifiuti. oggi la cultura italiana, soprattutto se confrontata con quella degli anni d'oro del comunismo sembra morta. e anche questo è un problema politico."
insomma una manciata di cose vere e un paio di cazzate. però in ogni caso mi ha soddisfatto e rallegrato. soprattutto dopo avere seguito "in giro per la rete" accesi dibattiti sul comunismo all'italiana. per fortuna ci sono i tedeschi che non sono sloveni.
al quorum non si comanda, ma almeno ci sia concessa l'amarezza...
"il comunismo italiano è morto. alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile sono scomparsi da entrambi rami del parlamento gli ultimi eredi di uno dei più grandi partiti comunisti. dal punto di vista politico non c'è niente di cui rammaricarsi. rifondazione comunista, per esempio, era diventata da tempo un gruppetto litigioso che cercava di assicurasi la sua sfera d'influenza nel sistema politico usando l'arma del ricatto. ma in italia il comunismo non era solo politica, rappresentava un'intera cultura. basti pensare alle feste dell'unità, dove scrittori, attori e registi partecipavano ai dibattiti sui temi più scottanti. quasi tutto quello che è stato prodotto dalla cultura italiana nel dopoguerra proveniva dalla cultura comunista: il neorealismo nel cinema e nella letteratura (e in fotografia, aggiungerei io...) come le tragedie in bianco e nero di vittorio de sica e roberto rossellini, l'arte narrativa di cesare pavese, il lirismo francescano (?) di pierpaolo pasolini. tutto questo non ci sarebbe stato senza l'ideologia comunista, che fu altrettanto efficace nel campo scientifico, in cui dominava la cultira cattolica.
è finita un epoca. non ci sono più la spinta idealistica che ha caratterizzato l'italia fin dal risorgimento nè la convinzione di poter cambiare le cose con la politica. disincanto e cinismo sono i valori che dominano di fronte alle montagne di rifiuti. oggi la cultura italiana, soprattutto se confrontata con quella degli anni d'oro del comunismo sembra morta. e anche questo è un problema politico."
insomma una manciata di cose vere e un paio di cazzate. però in ogni caso mi ha soddisfatto e rallegrato. soprattutto dopo avere seguito "in giro per la rete" accesi dibattiti sul comunismo all'italiana. per fortuna ci sono i tedeschi che non sono sloveni.
al quorum non si comanda, ma almeno ci sia concessa l'amarezza...
4 commenti :
secondo me quest'articolo l'ha scritto luigi. hihi.
scherzaci tu...io in Slovenia ci volevo andare...ma il Sannio era troppo in giù..chissà se Tito ci voleva...ma poi i tedeschi che capiscono?uff...sigh.
io però non avrei scritto di "lirismo francescano" parlando di pasolini... (si vede che il teutone redattore conosce solo uccellacci uccellini). ih ih ih.
bella la foto mi piace!complimenti
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