l'opera di quest'uomo lascia a bocca aperta. nell'epoca del digitale, delle battaglie per l'autenticità, dell'incollaggio di cieli finti, di fotomontaggi per rendere una foto più vera, più reale, basta dare un'occhiata ai lavori di questo 73enne per rendersi conto di quanta aria fritta ci riempie la bocca nelle nostre masturbazioni sulla fotografia.
in questo periodo della mia vita prediligo una fotografia più di pancia, forse meno curata, meno precisa, ruvida e d'istinto. e uelsmann non c'entra assolutamente niente con tutto questo.
è un visionario, un grande maestro della camera oscura, un artista e un perfezionista...
le immagini che vedete (ne potete trovare molte di più sul suo sito personale) sono frutto di una minuziosa tecnica: sfruttando doppie esposizioni, sovrapposizioni di pellicola, ma soprattutto montaggi in camera oscura, uelsmann assembla l'irrealtà che vuole vedere.
onirico è l'aggettivo che, nonostante la mia dislessia e l'alzheimer che avanza, mi è subito venuto in mente quando mi sono imbattuto nel suo lavoro. leggendo sul suo metodo e guardando le sue immagini sono arrivato alla conclusione che il suo processo creativo è analogo a quello onirico, appunto. con lo scattare fotografie non fa altro che immagazzinare elementi, frammenti che vengono rielaborati e ricomposti in un secondo momento. in camera oscura, al buio, dà luce (eh eh...) a composizioni di incredibile precisione e sensibilità. a volte hanno un carattere più oscuro, sono più chiuse e inquietanti.
torna tutto... onirico.
è un visionario, un grande maestro della camera oscura, un artista e un perfezionista...
le immagini che vedete (ne potete trovare molte di più sul suo sito personale) sono frutto di una minuziosa tecnica: sfruttando doppie esposizioni, sovrapposizioni di pellicola, ma soprattutto montaggi in camera oscura, uelsmann assembla l'irrealtà che vuole vedere.
onirico è l'aggettivo che, nonostante la mia dislessia e l'alzheimer che avanza, mi è subito venuto in mente quando mi sono imbattuto nel suo lavoro. leggendo sul suo metodo e guardando le sue immagini sono arrivato alla conclusione che il suo processo creativo è analogo a quello onirico, appunto. con lo scattare fotografie non fa altro che immagazzinare elementi, frammenti che vengono rielaborati e ricomposti in un secondo momento. in camera oscura, al buio, dà luce (eh eh...) a composizioni di incredibile precisione e sensibilità. a volte hanno un carattere più oscuro, sono più chiuse e inquietanti.
torna tutto... onirico.
Nessun commento :
Posta un commento